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376 pagine - € 16,02
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Sarah Akegbe

Sarah, una ragazza sfortunata

Verona e Udine, 1998-2002, è il periodo in cui è stata una schiava sessuale. Nel 2003 scopre di essere sieropositiva. Sarah non sapeva né leggere, né scrivere, ma aveva una memoria straordinaria. Nel 2007 incontra Maris Davis, da poco rientrata dalla Spagna. Si era sposata con un connazionale. Nonostante la sua sieropositività ha avuto una bellissima bambina, purtroppo morta a 4 anni a causa di un incidente domestico. Sarah vive ancora a Udine.

Era l'inizio del 2007 ed ero appena tornata in Italia. A Udine ho conosciuto Sarah, una ragazza nigeriana che si era appena "regolarizzata". Sarah non veniva come le altre, da Benin City ma da una località sperduta nel Delta del Niger. Sarah aveva già superato trent'anni quando la incontrai per la prima volta.

Sarah, una ragazza sfortunata

Sarah non sapeva né leggere né scrivere però aveva una memoria straordinaria e nella sua inseparabile agenda sgualcita "scriveva dei simboli accompagnati da numeri che solo lei era in grado di decifrare, era il suo modo per ricordarsi le cose importanti e magari anche numeri di telefono". Sarah mi faceva una tenerezza immensa, lei che non sapeva leggere ed io che all'epoca stavo per laurearmi, e quella volta ho pensato a quanto "fortunata" sono stata (ad aver potuto studiare).

Sarah era in Italia dal 1998, e fino al 2003 è stata in schiavitù con una mamam, quella schiavitù che ti costringe a prostituirti. Sarah prima viveva a Verona ma da lì scappò per venire a Udine. A Udine però non aveva trovato appoggi perché chi le aveva promesso aiuto la abbandonò, e così per altri due anni, ha dovuto prostituirsi semplicemente per vivere.

Si è prostituita fino a quando, all'inizio del 2005 dopo un controllo di routine, scoprì di essere sieropositiva, ma Sarah non si scoraggiò e con l'aiuto della Caritas ha iniziato a curarsi. Da allora Sarah si sta curando, costretta a prendere medicine costose ogni giorno, tutti i giorni.

Nel frattempo, nonostante la sua sieropositività, Sarah si è sposata (con un nigeriano), e insieme hanno avuto anche una bellissima bimba che si chiamava "Anastacia". Si, si "chiamava" perché Anastacia all'età di 4 anni è volata in cielo, una terribile disgrazia ha colpito Sarah e suo marito.

Sarah vive ancora a Udine e, nonostante tutto partecipa agli eventi della comunità nigeriana della città. L'ho rivista dopo un bel po' durante la festa di "Friends of Africa", nel settembre scorso, ma quella volta non abbiamo parlato della sua "sieropositività". Io so solo che le scendone le lacrime ogni volta che si parla di sua figlia Anastacia.

Sarah è un esempio, uno dei tanti esempi di ex-ragazze che si scoprono sieropositive per aver accettato rapporti "non protetti" con clienti disposti a pagarti il doppio pur di farlo senza (preservativo).

In Nigeria, e in Africa in generale, scoprire di essere sieropositivi è come "morire". Lì non ci sono le medicine per curarsi, e appena le persone a te vicine lo vengono a sapere, ti abbandonano al tuo destino (e magari ti cacciano pure di casa).

Ora Sarah vive con suo marito un luogo periferico di Udine. Fa piccoli lavori di sartoria in casa mentre suo marito lavora in un'azienda agricola della zona sud della città.

E se Sarah, nonostante la sua sieropositività, nonostante il lutto per la perdita di una figlia di soli 4 anni, e nonostante la sua sfortunata esistenza, fa ancora una vita normale, lo deve solo al fatto si vivere in Italia e non più in Nigeria.

Sieropositività e maternità

In tutto il mondo sia uomini che donne vengono colpiti dall'HIV e in Europa la percentuale di donne affette dal virus è in continua crescita. Attualmente in Europa, circa il 25% della popolazione affetta da HIV è composto da donne (ciò significa, per esempio, che solo in Germania 8.000 donne sono sieropositive). Circa il 75% di queste donne ha un'età compresa tra i 20 e i 40 anni. Come si sa, questo è un periodo della vita in cui si desidera maggiormente avere figli.

Dalla scoperta del virus a solo pochi anni fa la gravidanza di una donna incinta affetta da HIV si concludeva quasi sempre con un aborto. Tuttavia, oggi molte donne sieropositive stanno nuovamente prendendo in considerazione l'ipotesi di avere figli.

Da un lato, infatti, i farmaci moderni hanno migliorato notevolmente la qualità della vita di queste persone (ovvero la scoperta dei farmaci antiretrovirali per il trattamento dell'AIDS). Dall'altro, cosa altrettanto importante, le nostre conoscenze sul virus e sulla sua trasmissione ci permettono di prendere precauzioni per prevenire l'infezione di un neonato.

Maris Davis, 23 giugno 2015