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Ester

Ester, costretta a prostituirsi a 17 anni

Torino, Vercelli. Schiava sessuale tra il 2015 e febbraio 2016. Non aveva nemmeno 18 anni. Ester stava malissimo, in ospedale l'hanno salvata. Vive in Italia

Ester 17 anni, dalla Nigeria all'Italia, l'avevano costretta a prostituirsi. Soccorsa in mare da una nave italiana durante il viaggio dalla Libia alla Sicilia, viene reclutata dalla sua "mamam" mentre è ospite di un centro di accoglienza

Ester, costretta a prostituirsi a 17 anni

Al momento della partenza da Benin City nell'Edo State, in Nigeria, Ester ha appena diciassette anni.

Le fanno attraversare, un po' a piedi, e un po' con pickup carichi fino all’inverosimile il deserto del Sahara, percorrendo la pista che dal Niger sale verso la Libia. Un viaggio allucinante che miete ogni giorno decine e decine di vittime. Ester ha in tasca un numero di telefono italiano, quello della sua "mamam" di Torino.

Arrivata in Libia, è costretta ad attendere alcuni mesi il momento del suo trasferimento. Nell'estate del 2015 viene soccorsa in mare da una nave italiana e quindi sbarca in una località della Sicilia . Gli operatori che la identificano non si sono subito accorti che Ester in realtà è una "schiava", una delle tantissime nigeriane vittime di tratta e destinate ad ingrossare il mercato della prostituzione che in Italia è controllato da organizzazioni mafiose di suoi connazionali.

La sua "mamam" è a Torino

Dalla Sicilia viene trasferita in una struttura di accoglienza di Bologna e inserita nei programmi previsti dalla legge per i richiedenti protezione internazionale. Ma a Bologna Ester ci sta veramente poco, solo due giorni.

Viene infatti presa in consegna dalla "mamam" che l'ha fatta arrivare in Italia e la trasferisce a Torino. Solo un giorno di riposo.

La postazione destinata alla minorenne è sulle strade al confine tra le province di Novara, Vercelli, Biella. Quando rientra in treno a Torino senza soldi, sono botte da orbi e umilianti perquisizioni corporali alla ricerca di improbabile denaro nascosto.

Un giorno di dicembre 2015, senza soldi e in preda all’angoscia, alla stazione ferroviaria di Santhià la ragazza decide di non tornare più a Torino dalla sua "mamam". Telefona a un suo connazionale, un ragazzo conosciuto in Nigeria prima della partenza e che sapeva risiedere in zona da un po’.

Lui la ospita a casa sua a Vercelli. Ma non cambia nulla, lui non le restituisce la libertà, anzi la fa prostituire di nuovo, stavolta direttamente a Torino, più grande e anonima, con meno rischi dei capoluoghi di provincia.

All’inizio di febbraio di quest'anno (2016) Ester sta male. Si presenta al pronto soccorso dell’ospedale di Vercelli. Lo sfruttatore la raggiunge e la prende a sberle, ma fugge prima dell’arrivo della polizia.

La ragazza viene soccorsa dal personale ospedaliero che contatta le operatrici di un'associazione che da anni si preoccupa di salvare queste ragazze "Liberazione e speranza onlus" di Novara da anni salva le vittime della tratta sessuale. In un luogo sicuro, Ester ricomincia a vivere.

Ha trascorso la Pasqua appena passata lontana da botte e minacce

Maris Davis, 1° aprile 2016