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Blessing e Love

Blessing e Love sbarcano a Dubai,
o meglio avrebbero dovuto sbarcare a Dubai

Blessing e Love, due ragazzine semplici, un po' ingenue, ma soprattutto povere. Guardavano in TV le telenovelas prodotte della Hollywood nigeriana (Nollywood) ambientate a Dubai, e rimanevano estasiate per tutta quella ricchezza esibita, e sognavano di andare anche loro a Dubai. Poi un giorno qualcuno offre loro un "lavoro" proprio a Dubai e il loro sogno sembra avverarsi. Ed invece si ritrovano "schiave prostitute" a Gao, in Mali, dalle sei di sera alle sei di mattina. Dopo tre giorni riescono a fuggire, vengono inseguite fino a Niamey, la capitale del Niger. Fanno arrestare la loro "mamam" e loro ritornano a Lagos, libere di guardare in TV la ricchezza di Dubai.

Un imbroglio odioso e crudele capitato a molte altre ragazze come Blessing e Love

Blessing e Love sbarcano a Dubai, o meglio avrebbero dovuto sbarcare a Dubai

Una vicenda che si colloca nel mese di settembre del 2015, un periodo in cui molte altre ragazze nigeriane furono coinvolte in imbrogli simili a quello di Blessing e Love. In Libia imperversava la guerra civile e i transiti verso l'Italia erano quasi impossibili (per quelle che non erano già in Libia), e così molte delle ragazze nigeriane destinate all'Europa venivano "temporaneamente" fatte prostituire in città dell'Africa Sub-Sahariana lungo le rotte verso il Mediterraneo centrale (Libia e poi Italia) o del Mediterraneo occidentale (Marocco e poi Spagna).

Aveva giurato di portarle a Dubai dove la loro vita sarebbe cambiata. Lavoro e soldi in quantità come mai avevano finora sospettato. Non fosse per le “novelas” televisive nigeriane che vanno per la maggiore. Trame semplici di vita quotidiana tra l’incanto del mistero e la violenza del potere. Le favole finiscono bene e di solito vincono i buoni che stanno dalla parte di Dio, il giustiziere.

Neppure sapevano dove si trovasse Dubai. Si sono fidate di lei, che aveva tanto viaggiato e da quel sogno era appena tornata. Partirono a notte fonda per non scomodare la curiosità dei vicini. Da Lagos al vicino Benin è stato un gioco da ragazze. I primi problemi arrivano alla frontiera con Niger. Mancano i documenti coi visti di transito e solo una piroga le sbarca dall’altra parte della frontiera. Con una corriera e qualche mancia ai poliziotti dei controlli raggiungono Niamey.

Blessing e Love chiedono per l’ennesima volta se quella è la famosa Dubai proibita. Arriveremo domani, promette la signora faccendiera che le ha scortate con sospetta diligenza. Il domani arriva presto e il giorno seguente raggiungono Gao in Mali. Secoli di storia non hanno cancellato del tutto la sua austera bellezza. Al cuore dell’impero omonimo come nodo politico, culturale e commerciale del sistema. Il commercio del sale, dell’oro e degli schiavi poi rivenduti agli arabi che anche su di loro hanno fatto fortuna.

Gao, una cittadina di centomila abitanti che si trova nella regione nord-orientale del Mali lungo le rive del fiume Niger. Al pari di Timbuctu è ricchissima di reperti archeologici e testimonianze storiche. Fu capitale del regno del Mali e importante centro di commerci. Nel 2012, durante la guerra civile che portò temporaneamente al potere gli estremisti islamici, fu invasa e saccheggiata costringento 80mila persone alla fuga.

Oggi (2021), la città è stata ricostruita e si sta riprendendo dalla devastazione causata dalle bande armate durante la guerra civile del 2012-2013.

La tratta delle schiave continua con altre modalità di applicazione senza che il prodotto finale cambi davvero. Arrivate a casa di Aicha, la signora del viaggio, sono invitate a spogliarsi e provare abiti adatti per l’occasione. Al primo tentativo di resistenza prendono ceffoni e sono invitate a guardare come fanno le altre nigeriane del posto.

Sono poche migliaia di franchi a cliente. Dalle 6 di sera alle 6 di mattina. Blessing è una benedizione e Love porta il nome che manca all’attività intrapresa. Si mettono d’accordo e ogni giorno nascondono una parte dell’incasso prima che la signora del viaggio ne faccia incetta. Hanno capito che quel posto non è Dubai perché mancano le vetrine colorate viste nei film. All’alba del terzo giorno fuggono coi vestiti che hanno messo da parte e cambiano i nomi per non farsi rintracciare. Lei conosce tutti i conducenti di bus, i poliziotti e le guardie di frontiera. Cambiano i nomi per far perdere invano le tracce. Aicha sa che hanno rubato parte del suo guadagno e le insegue fino a Niamey. L’amore e la benedizione sono interrogate dalla polizia e tutto raccontano del miraggio perduto. Denunciano Aicha perché le ha vendute come schiave al mercato notturno di Gao.

Le hanno liberate ieri sera, dopo la pioggia abbondante del mattino. Nel nome della benedizione dirottata a Niamey. In due assieme non arrivano a quarant’anni: l’amore che benedice e la benedizione che ama. La signora del viaggio si trova ora nel carcere di Niamey e loro sono liberate dalle catene.

Non sanno che Dubai è una città artificiale per fare shopping di schiave negli Emirati Arabi Uniti. Le vetrine sono quelle viste nei film prodotti da Nollywood, in Nigeria. Nulla di tutto ciò a Gao, capitale del regno e poi assorbita dall’altro impero, quello del Mali. Anche da Niamey i grandi commercianti vanno e vengono da Dubai. Iniziano i pellegrinaggi alla Mecca e una capatina a Dubai non guasta. Utile e dilettevole come alla Mecca. Tra l’altro si avvicina la festa della Tabaski e la corsa ai regali si globalizza.

Blessing e Love volevano andare a Dubai e si sono scoperte schiave a Gao, in Mali, e poi il coraggio di fuggire a Niamey, in Niger. Sono tornate a Lagos, felici come solo accade nelle favole

Maris Davis, luglio 2021