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Nigeriane Minorenni

Olayinka

Il racconto di Olayinka

Quando aveva 15 anni, marzo 2007, le viene proposto il viaggio e un anno dopo, in giugno, si ritrova a Palermo costretta a prostituirsi al Parco della Favorita. Dopo un fermo di polizia viene ceduta ad un'altra mamam, che la porta a Milano e la picchia spesso. All'inizio del 2009 chiede aiuto ad un "cliente-amico" . Viene indirizzata ad un centro di accoglienza di Firenze e da lì a Roma ospite di una casa-famiglia. È salva.

Il racconto di Olayinka

Mi chiamo Olayinka e sono nata a Benin City verso la fine del 1992. Ho 4 fratelli e 4 sorelle.

Io sono la seconda. I miei genitori vivono in un villaggio in campagna vicino Benin City. Mio padre è rimasto invalido e così mia madre ha dovuto da sola prendersi cura di tutta la famiglia. Io aiutavo mia madre a vendere al mercato i prodotti del nostro orto. A marzo del 2007, avevo 15 anni, una donna di nome Francine che veniva spesso a comprare la verdura da noi, mi ha proposto di partire per l’Italia. La donna era la madre di Solomon, un nostro amico di famiglia. Mia madre non voleva, ma dopo le mie insistenze ha ceduto. La donna per farmi arrivare in Italia voleva in cambio circa 45.000 naira, con un impegno scritto di restituzione del prestito.

Ci accordammo per un prestito di 45.000 naira (che al cambio attuale sono circa 92 Euro e nel 2009, all'epoca del fatto, corrispondevano a circa 270 euro) che poi, una volta arrivata in Italia, sarebbero divenuti, secondo lei, circa 35.000 euro. Io non conoscevo il valore dell’euro, ma ho ritenuto comunque vantaggiosa questa proposta. Successivamente la donna mi ha condotto in un villaggio vicino per incontrare un baba-loa e officiare il patto con la ritualità woodoo, dicendomi che era l’usanza per garantire entrambi della bontà del patto stesso: lei mi trovava un bel lavoro e io restituivo i soldi prestati. Ad aprile 2008 sono partita con un ragazzo di nome Vincent e con altre ragazze in autobus per raggiungere Kano, poi Sokoto (nel Nord della Nigeria, al confine con il Niger).

Qui Vincent ci ha consegnato dei passaporti falsi e quando la Polizia li ha controllati non abbiamo avuto nessun problema. I giorni successivi siamo arrivati in Algeria e poi, attraversando il confine verso occidente, in Marocco. A Tangeri abbiamo pagato altri 1.500 euro per passare in Spagna con un’altra guida. Questa mi dette un numero di telefono di una donna nigeriana che viveva a Torino. Arrivati a Torino c’era ad attenderci un altro ragazzo nigeriano (il brother), collaboratore della donna a cui avevamo telefonato.

Insieme siamo andati a Palermo, dove abbiamo riconsegnato al brother, prima della sua partenza per Torino, i documenti falsificati che avevamo usato per il viaggio. Era la fine del mese di giugno del 2008.

Alla stazione di Palermo è venuta a prenderci Carolyne, la sorella della donna (ossia Francine) che mi aveva contattata in Nigeria. Lei aveva circa 30 anni, ci ha portato in una casa che aveva affittato per noi. Dopo 3 giorni Carolyne ci ha portato dei vestiti molto corti e succinti. Gli abbiamo chiesto il motivo di queste acconciature e per tutta risposta ci ha detto che sapevamo benissimo a cosa servivano. A quel punto ci ha detto che avremmo dovuto prostituirci sulla strada.

Minacciandomi mi ha consegnato una confezione di preservativi. Non potevo scappare perché non conoscevo nessuno e non comprendevo la lingua italiana. Carolyne mi ha ricordato che avevo un debito da pagare e che dovevo iniziare a restituirlo. Lei era solo la cassiera della mamam che stava in Nigeria e non voleva storie. Dovevo restituire 35.000 euro contratti per il viaggio senza nessun ripensamento. Carolyne mi picchiava molto spesso perché io sulla strada piangevo sempre e i clienti non si fermavano da me.

Ciò che guadagnavo lo consegnavo tutto a lei, che mi ha impedito di chiamare la mia famiglia per molto tempo. Per nove mesi mi sono rassegnata a lavorare in strada a Palermo al Parco della Favorita. Durante la settimana guadagnavo 70-80 euro al giorno all’incirca e qualche volta anche 100. Ogni domenica mattina Carolyne veniva a prendere tutto il mio guadagno della settimana, quasi 600-700 euro. A metà 2008 la polizia mi ha fermata sulla strada per un controllo. Non avendo documenti sono stata prima portata in questura a Palermo e poi trasferita a Roma. Da qui sono uscita e Carolyne, telefonandomi, mi disse di raggiungerla a Milano (dove c’era sua sorella). Carolyne, infatti, mi aveva ceduto alla sorella Francine Questa mi disse che era lei la mia nuova mamam e che il prestito ricevuto dovevo pagarlo a lei, ossia mi dovevo prostituire per lei, e che i soldi che avevo già dato a Carolyne non riducevano il mio debito con lei.

Per alcuni mesi mi sono prostituita per forza guadagnando molto poco. Francine era molto arrabbiata con me, al punto di farmi picchiare da tre suoi boys. Era il gennaio 2009. A quel punto ho deciso di non fare più quel lavoro. Ho detto basta. Un signore italiano che frequentavo mi ha dato delle informazioni su un centro di accoglienza di Firenze. Mi sono messa in contatto con il centro e dopo qualche giorno sono stata accolta. Ho trascorso un mese presso una struttura di accoglienza gestita dalle suore e poi sono partita per Roma dove sono entrata in una casa-famiglia. Attualmente (maggio 2009) sono ancora a Roma. L’esperienza sulla strada è durata circa dieci mesi.

In realtà 45.000 naria corrispondono, al cambio di giugno 2009 (epoca del racconto), a circa 270 euro, oggi (2021) il valore sarebbe ancore minore, solo 92 euro, mentre 45.000.000 di naria erano circa 27.000 euro; ma poi confondendo le cifre e truffando sui cambi e su qualche spesa extra addebitata alla vittima i naria originali vengono convertiti dalla mamam in 35.000-45.000 euro forfettari.

In sostanza siamo davanti, oltre tutto il resto, a truffe monetarie di elevata maestria criminale. Già da questo cambio informale la mamam decuplica il suo denaro, dando per assodato, in via ipotetica, che spendendo 2.700 euro per il viaggio attraverso rotte informali, almeno fino all’ultimo paese di frontiera per l’Italia o per altri paesi europei, ne ricaverà un profitto sproporzionato.

Maris Davis, 25 marzo 2012