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Capitolo 18
Il woodoo (juju)
Ragazza sottoposta ad un rituale juju
Le origini storiche e geografiche del culto del woodoo sono da individuare nell'attuale stato del Benin (regione particolarmente martoriata nei secoli passati dal fenomeno della tratta degli schiavi).
Questo fenomeno ha accompagnato nei loro spostamenti coatti, ad opera delle carovane dei negrieri, gli schiavi. Tra i gruppi di schiavi il woodoo ha avuto un importante ruolo di "collante" ricostruendo quell'identità etnico culturale che, la deportazione in altri continenti, invece, tendeva ad annientare.
"Il woodoo permette ai suoi fedeli di trovare una forma rudimentale di vita collettiva". Queste esperienze, una volta esportate dal paese di origine, si riprodussero in forme nuove con il conseguente aumento del numero delle divinità, in Brasile, e nelle Americhe in particolare.
Un aspetto importante, che è quello che più da vicino ci riguarda, è che molte persone danno al woodoo lo stesso significato di un atto di stregoneria. Si attribuisce ad esso una valenza negativa rispetto al significato originale (molte ragazze nigeriane vittime di schiavitù sessuale hanno subito un atto di woodoo che viene interpretato come un vincolo di schiavitù, una specie di patto con il diavolo).
Il woodoo è pilastro della cultura popolare, ma anche luogo di lacerazioni, di rotture, di scissioni della società. Quest’interpretazione è lontana, però, da quelli che sono i suoi significati originali.
Il woodoo ha avuto soprattutto un significato di culto religioso, ma insieme ha avuto anche un’applicazione terapeutica e protettiva. Malattie endemiche, sfortuna e disgrazie venivano infatti scongiurate con sacrifici ed offerte e permettevano nel contempo di venire in contatto col soprannaturale.
In Benin le celebrazioni del woodoo sono una festa a carattere nazionale (che si celebra ogni anno a gennaio). Esistono scuole private riconosciute dallo Stato dove centinaia di bambini vengono istruiti alle pratiche religiose del woodoo. Ci sono veri e propri luoghi di culto dove sono presenti sacerdoti che accolgono postulanti, malati, gente comune, ecc.
Il rito assume un valore collettivo. Nella cultura originaria la valenza dei rituali woodoo è estremamente positiva: infatti ribadisce una sorta di protezione per i singoli e la comunità nei confronti di una quotidianità contrassegnata dalla durezza delle condizioni di vita.
Al di là dell’aspetto antropologico, e al di là dell’idea occidentale (che attribuisce ai rituali woodoo una connotazione negativa). L'uso attuale che le ragazze nigeriane fanno del woodoo assume un significato nuovo più individuale, banalizzato, privo di riferimenti alla natura religiosa del culto originale, molto vicino al nostro concetto di rituale magico stregonesco.
Il culto di Mami Wata
Mami Wata è il nome di una delle divinità delle acque, dei fiumi e degli oceani largamente presente, non solo nelle culture del Golfo di Guinea ma in molte regioni dell'Africa sub-sahariana. Comunque questa divinità viene raffigurata come una sirena bella e curata.
Diverse ragazze nigeriane vittime della mafia nigeriana e avviate alla prostituzione in Italia, quasi tutte provenienti dalla regione intorno a Benin City, nell'Edo State, hanno raccontato di essere state sottoposte a riti di possessione di Mami Wata.
Secondo una casistica che ha preso in considerazione i racconti di diverse ragazze nigeriane sottoposte al rito woodoo, la sintomatologia del culto di Mami Wata si esprimerebbe in una sensazione di acqua che scorre lungo la testa ed il collo, in sogni "acquatici".
È importante tenere presente che una volta superato l’ostacolo comunicativo tra culture differenti (operatori sociali italiani e ragazze nigeriane), per le ragazze abbandonare il tradizionale culto per una nuova religione o trascurare i rituali e le attenzioni che la divinità meriterebbe non è un passaggio a costo zero (per lo meno non lo è a livello psicologico). Ci sono conseguenze e contraddizioni che prima o poi andranno affrontate. Si deve infatti accostare a questo universo con grande cautela proprio per evitare di creare nella ragazza scompensi e fratture difficilmente rimarginabili.
Ragazza a seno nudo durante il culto di "Mami Wata"
Il culto infatti rappresenta un patrimonio di significati e concetti che hanno radici molto profonde pertanto per la ragazza abiurare il culto può simboleggiare una sorta di sacrilegio e compromettere il suo delicato equilibrio psicologico, già fortemente messo alla prova dal tipo di vita che conduce sulla strada. Il culto di Mami Wata si accompagna all'idea di salute o al dono di poter guarire, ma anche ad immagini di ricchezza individuale.
Ma il legame con questa divinità è perverso infatti quanto promette in termini di benefici individuali, toglie in termini di rapporti sociali. Queste esperienze di possessione snaturano gli originali rapporti di parentela creando spesso conflitti all'interno della famiglia d’origine, per creare legami con le "mamam" (donne che ospitano le ragazze nigeriane in Italia, che pagano il loro viaggio e che poi le costringono a prostituirsi).
A livello psicologico invece si possono notare nelle ragazze sottoposte a questi vincoli comportamenti definiti "bizzarri". È necessario conoscere quest'aspetto della vita delle ragazze tenendo presente che questi elementi e questi legami con questa sorta di mondo parallelo (il woodoo) possono anche essere i soli a loro disposizione per comunicare la propria sofferenza e le proprie angosce.
Il rito vero e proprio
Da alcuni racconti di ragazze nigeriane che hanno voluto descrivere i cerimoniali woodoo a cui sono state sottoposte, si evidenzia che è un rito a cui partecipano più persone, genitori, parenti e amici della ragazza, e che a guidarlo è un sacerdote o una sacerdotessa (chissà se veri o falsi). La ragazza è vestita con abiti tradizionali ed è quasi sempre a seno scoperto, seno su cui vengono praticati piccoli tagli paralleli con lame affilate (le cicatrici permanenti che rimangono su uno o su entrambi i seni sono li a ricordare per sempre alla ragazza la promessa fatta).
La ragazza è inoltre costretta a bere il sangue, a volte anche mangiare il cuore di una gallina che viene sgozzata durante il rito. Il patto che viene suggellato (ovvero le promesse, o contratto) è confermato dal taglio di ciocche di capelli e peli di pube che poi vengono consegnati alla mamam, simboleggiano il possesso ovvero che la ragazza diventa "proprietà" della mamam o di coloro che le faranno fare il viaggio verso l'Italia.
Le TRE promesse principali che la ragazza deve pronunciare a voce alta sono:
La minaccia, in caso di inadempienza di uno qualsiasi di questi TRE punti, è la morte, o un maleficio, non solo verso la ragazza, ma anche verso qualsiasi parente che rimane in Nigeria. In questo modo le ragazze diventano vere e proprie "prigioniere" di un voto, di una promessa che se non mantenuta significa la morte. Per molto tempo queste ragazze dovranno convivere con la paura, una paura reale, che accada qualcosa ai loro genitori, fratelli o sorelle che restano a casa.
Maris Davis, 9 agosto 2015