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Capitolo 16

Costrette a prostituirsi e torturate
Storie di nigeriane vittime del Woodoo

Alcune vagano per la città senza meta, parlano da sole, sperdute; altre ricevono assistenza farmacologica dal reparto psichiatrico dell’ospedale della loro città: generalmente sono seguite dalla Caritas o dai servizi sociali, che alla fine non sanno come guarirle. Sono donne nigeriane con problemi psichiatrici con un percorso di prostituzione spesso anche legato a riti woodoo. Ne parlo’ anni fa Rosanna Paradiso, ora ex presidentessa dell’Associazione Tampep di Torino (ora lavora alla Procura della Repubblica), che ha aiutato alcune donne a tornare in Nigeria, forse unica soluzione a situazioni estremamente difficili.

Esemplare la storia di una ragazza nigeriana di Torino con disagi psichiatrici legati al woodoo. “Questa donna è arrivata a noi perché segnalata dagli uffici del comune che non riuscivano a gestirla. Aveva delle ossessioni. Per esempio voleva sposarsi con un tizio di Parma che sembrava non esistesse. Non si capiva cosa succedesse dentro di lei: “Mi hanno fatto un woodoo, diceva. Mi sento addosso gli insetti, dappertutto. Si grattava in continuazione, si sentiva pungere da tutte le parti, se li sentiva camminare addosso. E questo era un disagio che aveva quotidianamente” . Da qui la scelta di farla rimpatriare. Un percorso molto lungo. “Lei portava questo disagio, ma non parlava. Poi ha iniziato ad aprirsi. E ci raccontò la sua storia: per punirla la mamam le aveva fatto un woodoo che le procurava questi problemi; e che lei doveva tornare in Nigeria per liberarsene.

L’associazione Tampep cercò la famiglia d’origine, e vide la disponibilità ad accoglierla, ed intanto il padre propone di mandarle nel frattempo qualche medicamento per alleviare le sofferenze della donna. L’associazione pensa a un ritorno assistito: la giovane torna in Nigeria e da quel momento i suoi problemi psicologici cessano”.

I casi di ragazze nigeriane con questi problemi psichiatrici legati al woodoo sono sempre di più. Un altro esempio è quello di una ragazza nigeriana che, pensando di essere colpita da woodoo rimaneva chiusa in comunità e non faceva altro che mangiare, per cui era diventata obesa, convinta di essere malata non partecipava a nessuna attività. Il woodoo viene fatto a casa e secondo tutte le fasi previste dal rituale magico: le ragazze incontrano lo sciamano; viene coinvolta la famiglia d’origine che spesso impegna la casa, i beni e si impegna con un contratto. In genere il woodoo viene fatto perché il viaggio vada bene, e la donna abbia fortuna in Europa. Se questo non succede, la famiglia perde la casa, la terra, e può capitare che la ragazza vittima di tratta impazzisca. È una delle conseguenze se non si osserva il patto realizzato durante il rituale magico.

La ragazza perde la memoria, diventa pazza. Per questo molte ragazze che qui hanno problemi psicologici è perché si sono convinte di essere matte perché hanno subìto il woodoo. Il rituale in sé ha molti elementi che hanno a che fare col macabro: vengono usate ossa umane, liquidi, con elementi che hanno una certa influenza sulle donne. Le ragazze sono in genere molto giovani, spesso non alfabetizzate e molto soggiogabili.

Il problema è l’uso del tutto negativo che ne fa chi le sfrutta coloro che hanno fatto questo rito affinchè il viaggio vada bene. Alle ragazze viene detto: sei arrivata in Italia, devi lavorare come prostituta per portare a casa 50.000 euro. Se il lavoro ti va male, ricordati che ti è stato fatto un woodoo che servirà a noi per punirti. Ti manderemo il doctor a casa perché punisca la tua famiglia”.

Le Nigeriane schiave del Woodoo

Maris Davis, mar 22 giu 2021

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