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Capitolo 15
Il woodoo (juju)
Le origini storico-geografiche del culto del woodoo sono da individuare nell’attuale stato del Benin (regione particolarmente martoriata nei secoli passati dal fenomeno della tratta degli schiavi). Questo fenomeno ha accompagnato nei loro spostamenti coatti, ad opera delle carovane dei negrieri, gli schiavi. Tra i gruppi di schiavi il woodoo ha avuto un importante ruolo di “collante” ricostruendo quell’identità etnico culturale che, la deportazione in altri continenti, invece, tendeva ad annientare. “Il woodoo permette ai suoi fedeli di trovare una forma rudimentale di vita collettiva.." (A. Métraux, Il woodoo ad Haiti, p 58). Queste esperienze, una volta esportate dal paese di origine, si riprodussero in forme nuove con il conseguente aumento del numero delle divinità (questi culti, secondo recenti studi si sono riprodotti in forme inconsuete e impreviste a Milano, Berlino, Parigi con un crescente numero di adepti). Un aspetto importante, che è quello che più da vicino ci riguarda, è che molte persone danno al woodoo lo stesso significato di un atto di stregoneria; si attribuisce ad esso una valenza negativa rispetto al significato originale (molte ragazze nigeriane hanno subito una atto di woodoo che viene interpretato come un vincolo di schiavitù).
F. Couchard in “Identitè culturelle, religion et pratique vauddou en Haiti” sottolinea questo ruolo controverso: il woodoo è «pilastro della cultura popolare, ma anche luogo di lacerazioni, di rotture, di scissioni della società». Quest’interpretazione è lontana, però, da quelli che sono i suoi significati originali. Il woodoo ha avuto, infatti, soprattutto un significato di culto religioso, ma insieme ha avuto anche un’applicazione terapeutica e protettiva. Malattie endemiche, sfortuna e disgrazie venivano infatti scongiurate con sacrifici ed offerte e permettevano nel contempo di venire in contatto col soprannaturale.
In Benin le celebrazioni del woodoo sono una festa a carattere nazionale (che si celebra ogni anno a gennaio); esistono scuole private riconosciute dallo Stato dove centinaia di bambini vengono istruiti alle pratiche religiose del woodoo; sono presenti sacerdoti e luoghi di culto ai quali afferiscono in gran numero postulanti, malati ecc. (E. K. Tall, 1995, “Dynamique des cultes voduns et du Christianisme cèleste au Sud Benin”, Cashiers des Sciences Humaines, 31,4 pp. 797-824). Il rito assumeva, quindi, un valore collettivo. Nella cultura originaria la valenza dei rituali woodoo è estremamente positiva: infatti ribadisce una sorta di protezione per i singoli e la comunità nei confronti di una quotidianità contrassegnata dalla durezza delle condizioni di vita.
Al di là dell’aspetto antropologico, e al di là dell’idea occidentale (che attribuisce ai rituali woodoo una connotazione negativa) l’uso attuale che le ragazze nigeriane fanno del woodoo assume un significato nuovo più individuale, banalizzato, privo di riferimenti alla natura religiosa del culto molto vicino al nostro concetto di rituale magico stregonesco.
Il culto di Mami Wata
Mami Wata è il nome di una delle divinità delle acque, dei fiumi e degli oceani largamente presente, non solo nelle culture del Golfo di Guinea ma di molte regioni dell’Africa subsahariana. Comunque questa divinità viene raffigurata come una sirena bella e curata. Diverse donne nigeriane avviate alla prostituzione in Italia, appartenenti al gruppo etnico Edo e provenienti da Benin City, hanno raccontato di essere state sottoposte a riti di possessione di Mami Wata. Secondo una casistica che ha preso in considerazione diversi soggetti la sintomatologia del culto di Mami Wata si esprimerebbe in sensazione di acqua che scorre lungo la testa ed il collo, in sogni “acquatici”.
È importante tenere presente che una volta superato l’ostacolo comunicativo tra culture differenti, per le ragazze abbandonare il tradizionale culto per una nuova religione o trascurare i rituali e le attenzioni che la divinità meriterebbe non è un passaggio a costo zero (per lo meno non lo è a livello psicologico).
Ci sono conseguenze e contraddizioni che prima o poi andranno affrontate. L’operatore si deve infatti accostare a questo universo con grande cautela proprio per evitare di creare nella ragazza scompensi e fratture difficilmente rimarginabili. Il culto infatti rappresenta un patrimonio di significati e concetti che hanno radici molto profonde pertanto per la ragazza abiurare il culto può simboleggiare una sorta di sacrilegio e compromettere il suo delicato equilibrio psicologico, già fortemente messo alla prova dal tipo di vita che conduce sulla strada. Il culto di Mami Wata si accompagna all’idea di salute o al dono di poter guarire, ma anche ad immagini di ricchezza individuale. Ma il legame con questa divinità è perverso infatti quanto promette in termini di benefici individuali, toglie in termini di rapporti sociali.
Queste esperienze di possessione snaturano gli originali rapporti di parentela creando spesso conflitti all’interno della famiglia d’origine, per creare legami con madame. A livello psicologico invece si possono notare nelle ragazze sottoposte a questi vincoli comportamenti definiti “bizzarri”. Per l’operatore è necessario conoscere quest’aspetto della vita delle ragazze tenendo presente che questi elementi e questi legami con questa sorta di mondo parallelo possono anche essere i soli a loro disposizione per comunicare la propria sofferenza e le proprie angosce.
Maris Davis, mar 22 giu 2021
Viene dalla Nigeria, più precisamente dallo Stato di Edo tristemente noto per la tratta di giovani e giovanissime nigeriane coinvolte nella trappola della prostituzione forzata, il pronunciamento dell'Oba di Benin City contro la tratta.
Chi è l'Oba di Benin. Oba, ovvero “re”, Ewuare II, che da Benin City, capitale dello Stato di Edo, governa il popolo Edo o Benin. Una laurea in Economia conseguita in Gran Bretagna e una specializzazione in Pubblica Amministrazione dalla Rutgers University del New Jersey (Usa), è stato anche ambasciatore della Nigeria in Angola, Svezia e Italia.
La sua autorità ha radici nell'Impero Benin, costituitosi in quella regione attorno al 1300 e annesso all’Impero Britannico nel 1897. Il popolo Edo o Benin non è da confondere con la popolazione della moderna Repubblica di Benin, che ha altra storia e collocazione geografica rispetto allo Stato di Edo nella moderna Nigeria.
Ha destato grande interesse negli ambienti nigeriani (e non solo in quelli) il pronunciamento dell'Oba del Benin, Ewuare II, contro la tratta di esseri umani.
Re Ewuare II ha costretto gli sciamani, ovvero i sacerdoti della religione tradizionale, a revocare la maledizione dei riti “juju” cui vengono sottoposte le giovani ragazze prima di iniziare il “viaggio” verso l’Europa. Secondo quei rituali woodoo se le ragazze non ne ripagano il prezzo del viaggio con i proventi del lavoro che verrà loro procurato. Gli spiriti prenderanno la loro vita o quella dei loro familiari perché essi «Leggono tutto e vedono, qualsiasi cosa accada»
L’iniziativa di Ewuare II, appoggiato dal governatore dello Stato di Edo, può liberare dalla paura molte ragazze e donne nigeriane che non osano ribellarsi alla prostituzione forzata, lavoro loro imposto per ripagare un debito assurdo, che supera anche 25-40.000 euro per un viaggio che ne costa al massimo poche migliaia.
L'Oba è nella cultura del popolo Edo (popolazione dell'Africa occidentale ed in particolare del Delta del Niger in Nigeria) un re e un capo religioso, il sacerdote supremo della religione animista in Nigeria. Il nome Oba (che in molte lingue locali significa re) entrò in uso nel XIII secolo con Eweka I, considerato il fondatore del Regno del Benin. Il ruolo, oggi molto più religioso e culturale che politico (gli inglesi sul finire del 1800 decretarono la fine all'Impero del Benin), si tramanda da allora ed oggi a ricoprirlo è Eheneden Erediauwa (Ewuare II) nato nel 1953 e "incoronato" il 20 ottobre 2016.
Ewuare ha studiato in un collage a Benin City, poi a Londra, poi a Cardiff (laurea in Economia) e infine in New Jersey dove ha conseguito un Master in Pubblica Amministrazione. Ha lavorato alle Nazioni Unite dal 1981 al 1982 ed è stato ambasciatore di Nigeria in Angola, Svezia ed in Italia.
Sin dal suo insediamento l'Oba ha strettamente collaborato con il Governatore dell'Edo State, Godwin Obaseki, eletto il 12 novembre 2016.
L'editto dell'Oba di Benin City
Nel marzo del 2018 l'Oba chiamò a raccolta tutti i medici tradizionali formulando una sorta di "editto" in cui li obbliga a non mettere in atto giuramenti rituali (che in Italia conosciamo genericamente come riti woodoo o jujù) che costringono giovani donne nigeriane a restituire soldi ad organizzazioni criminali che le portano in Europa (ed in particolare in Italia) a prostituirsi.
Allo stesso tempo l'editto libera (anche con azione retroattiva) le donne dal vincolo e le mette nelle condizioni di denunciare i criminali. Infatti, l'Oba, ha anche pronunciato parole molto dure contro le confraternite che sono alla base della mafia nigeriana che gestisce da decenni il traffico di esseri umani allo scopo di sfruttamento nel mondo della prostituzione e strettamente connesso con lo spaccio di stupefacenti.
Il ruolo dei medici nativi è quello di svolgere, a pagamento, riti che impegnano la ragazza e la sua famiglia alla restituzione del debito accumulato per arrivare in Europa (tra i 25 e i 40 mila euro) pena l'arrivo di maledizioni di ogni genere. Giocando sulla credenza, sull'ignoranza e sul potere acquisito i medici nativi vincolano le vittime a non parlare del proprio giuramento e a restituire fino all'ultimo centesimo il loro debito.
La prostituzione nigeriana in Italia ha subito un'impennata in questi ultimi anni, che hanno visto crescere a dismisura le donne "importate" dalla Nigeria.
È un fatto sicuramente importante che risponde, come ha avuto modo di dire lo stesso Oba, alla richiesta forte della comunità internazionale (e solo in parte di quella, distratta, nigeriana) rivolta ai sistemi informali (quelli appunto dei medici tradizionali, degli stregoni e dei ciarlatani nigeriani) di contribuire di mettere fine alla tratta di esseri umani.
Sono passati quattro anni da quel pronunciamento, ma le cose non sembrano essere cambiate di molto, perché arrivano ancora ragazze impaurite dal rituale "JuJu", non sanno neppure del pronunciamento dell'Oba di Benin City. La mafia nigeriana sa pagare bene i sacerdoti del "woodoo" disonesti e corrotti, che di certo rendono un pessimo servizio a quella che è la vera cultura tradizionale degli "antichi". Sarà interessante capire se le ragazze nigeriane, già in Italia o in Europa da tempo, svincolate dal loro giuramento saranno capaci di collaborare con la giustizia e di permettere l'arresto dei criminali che gestiscono un business così redditizio.
Trema una parte della comunità residente nigeriana in Italia che ricava importanti utili dai servizi offerti alle "ragazze di strada" (dalle ospitalità alle necessità logistiche o dei servizi, quando non il diretto guadagno su una parte del debito).
L'atto dell'Oba è stato coraggioso, perché in definitiva, toglie una parte importante dei guadagni ai medici nativi e in qualche modo ne delegittima l'azione. Così come si mette deliberatamente contro alle potente confraternite che da decenni infiammano criminalmente la vita quotidiana in Nigeria. Certo ancora si fa fatica a scardinare una rete di credenze e di ignoranza, di pregiudizi e di complicità, che anche attraverso l'uso di rituali e pratiche di stregoneria, contribuiscono a fare restare in un forte oblio la popolazione nigeriana a vantaggio di criminali e politici corrotti.
Maris Davis, 16 marzo 2018