#56dfa3
Capitolo 13
Il culto animista ed il feticismo hanno tra loro molte connessioni e somiglianze nei rituali ma sono profondamente differenti. L'animismo permette di comunicare attraverso il creato con il Dio supremo ed è una religione dalle implicazioni universali, mentre il feticismo è la pratica che attraverso simboli, simbolismi e rituali magici dà la credenza ai praticanti di possedere i geni e le forze soprannaturali per soddisfare i bisogni immediati della vita.
L’animismo è una religione che attribuisce un'anima a tutti i fenomeni naturali, una energia che pervade tutto l’esistente, visibile ed invisibile, causa di ogni fenomeno, della vita e della morte, della stabilità e di ogni cambiamento, intrinseca a dogmi, essere vivente, uomo, animale o vegetale, e nella materia sia essa solida, liquida o gassosa.
La complessità e la profondità delle idee e dei concetti di questa religione è un vero mondo in cui, come in altre religioni, le forze del male e del bene si scontrano. Queste lotte immani e misteriose si manifestano nella natura e nel mondo materiale sotto forma di simboli che l’animista vuole decifrare.
L’animismo in Africa occidentale
L'animismo è la religione autoctona praticata da molto tempo ancor prima che arrivassero Islam e Cristianesimo, considerate religioni dei popoli invasori. Queste religioni sono state in generale accettate dalle popolazioni ma adattate alle loro credenze e sovente snaturate dei loro messaggi originali.
Nelle tradizioni dei popoli animisti l’accettazione di una nuova credenza religiosa non si contrappone ai loro principi. I portatori di nuove religioni sono sempre accolti con le loro divinità, che vengono in qualche modo inserite tra le divinità locali, anzi, in alcune circostanze, quando il confronto di superiorità è per essi evidente, dichiarano senza esitazione che il Dio dei cristiani o dei musulmani è più forte dei loro.
Negli affollatissimi mercati di numerosi banchi di vendita di oggetti delle più variate provenienze religiose, sono in bella mostra tra code di serpenti, camaleonti rinsecchiti, mazzi di piume di gallina e quant'altro necessario per il rito feticista, anche le immagini di Papa Woitila, Sant'Antonio di Padova, croci, Bibbie e Vangeli, Corani di varia foggia, rosari cristiani e musulmani, post raffiguranti la Kaba e persino immagini induiste giunte in chissà quale modo.
L'animista crede in un Dio creatore che mantiene il perfetto ordine delle cose, tutte concatenate tra loro. Il suo aspetto non viene mai reso simile a quello umano, anzi è pensato tutt'uno con l’intero creato in un'idea che può rappresentare una sorta di insieme universale. Nel pensiero degli animisti africani Dio è troppo potente per interessarsi all'uomo, egli è al di sopra delle esigenze minute dei piccoli problemi umani, per questi bastano gli intermediari, e cioè i geni, le forze spiritiche del simbolismo, che vengono esortati con rituali magici.
Un pericoloso ma interessantissimo mondo in cui per alcuni aspetti sono riscontrabili tracce anche nella nostra cultura popolare. Un mondo in cui è possibile scoprire implicazioni e parallelismi del nostro sapere antico e nel contempo provare vertiginose impressioni di una filosofia cosmica.
L'animismo non può essere semplicemente liquidato con la superficiale definizione di “religione primitiva”. Le tradizionali religioni animiste sono ancora molto diffuse e, sebbene in questo campo ogni gruppo etnico custodisca gelosamente le sue particolari credenze, non mancano le affinità tra i diversi gruppi.
I defunti e il "Culto degli Antenati"
Il concetto dell'esistenza di un Essere Supremo (e della reincarnazione) è presente in tutte le comunità. È molto forte il culto degli antenati Infatti secondo queste tradizioni quando una persona muore, il suo spirito inizia un lungo viaggio e, in alcuni casi, entra nel mondo degli antenati.
Le condizioni per diventare antenato sono numerose
Solo poche persone entrano nel mondo degli antenati. Sono considerati gli artefici, i depositari e i guardiani delle leggi e degli usi tribali. In una società in cui il trasferimento del sapere era affidato alla sola parola e non a testi scritti, il controllo degli avi sul depositario vivente della tradizione svolgeva una funzione interpretativa fondamentale. Gli antenati non sono solo i depositari della tradizione ma anche i sorveglianti del suo rispetto da parte dei viventi. Inoltre, essi proteggono i parenti, suggerendo il rimedio a una malattia o influenzando il corso degli eventi.
Per questo gli "Antenati" sono considerati molto potenti. Possono essere consultati mediante divinazioni, ma possono anche manifestarsi autonomamente in sogno o mediante segni di altro tipo. Un tempo, quando la venerazione degli antenati era molto radicata, i viventi erano costantemente preoccupati dal pensiero che questi potessero vederli e giudicarli.
Il viaggio del morto nel mondo degli avi può durare molti giorni. Ma la vita che si conduce nel mondo degli spiriti non è diversa dalla vita terrena. Il morto manterrà le medesime caratteristiche e abitudini che aveva da vivo. Questo spiega l'antica usanza, che si afferma fosse diffusa in alcune tribù, di far uccidere alcune persone per accompagnare e servire il Nana deceduto nel mondo dei morti.
Reincarnazione
Gli spiriti dei morti che non accedono al mondo degli antenati diventano fantasmi che iniziano a vagare per il mondo spaventando i viventi. Gli spiriti dei morti possono reincarnarsi in vita, e questo sia nelle spoglie di umani che di animali. Anche gli antenati che ritengono di non aver completato il loro lavoro in vita, possono decidere di tornare sulla terra per completarlo.
Un altro caso tipico in cui si ricorre al concetto di reincarnazione è quello della mamma a cui muoiono ripetutamente figli in giovane età. In questi casi si dice che i bambini nati dalla madre siano reincarnazioni dello stesso "spirito bambino", che va e viene dal mondo degli spiriti.
I Riti Funebri
I riti funebri servono anche a rafforzare i legami fra i viventi. Durante i funerali, dopo aver fatto visita al deceduto (la cui salma, opportunamente lavata e vestita, viene esposta in un'apposita camera) e ai suoi parenti, è possibile presenziare alle danze ritmate dai tamburi, che spesso durano fino a tarda notte, spesso anche per diversi giorni, e si trasformano in momenti di esaltazione e sfrenatezza collettiva, quasi a voler scacciare il senso di dolore e frustrazione della morte mediante il contatto e lo sfinimento dei corpi. Ovviamente la pratica dei funerali tradizionali mal si concilia con l'organizzazione del lavoro della civiltà che si sta modernizzando anche in Africa (i partecipanti possono allontanarsi improvvisamente dal lavoro per svariati giorni) ed è uno dei motivi di dibattito e travaglio sociale.
Questi riti funebri che prevedono di toccare, lavare, vestire ed esporre al pubblico il "caro estinto", per esempio, hanno creato non pochi problemi durante la recente epidemia di ebola in Liberia, Sierra Leone e Guinea.
In un'Africa sempre più occidentalizzata, i culti della tradizione animista restano comunque in sottofondo e si mescolano a quelli delle religioni imposte dai colonizzatori europei, dal cattolicesimo a tutti gli altri culti del cristianesimo fino ad arrivare dall'islam, che tuttavia è presente nell'Africa sub-sahariana fin dal XII secolo, quando le prime carovane di mercanti provenienti dall'Africa mediterranea (già islamizzata) riuscirono ad attraversare il deserto del Sahara.
Si dice che gli africani abbiano due anime, una profonda e tradizionale (quella animista degli antichi) e una superficiale e apparente (quelle delle religioni imposte dai colonizzatori europei). Questo ha creato molti problemi ai missionari europei, si pensi per esempio al problema della bigamia, della sessualità e della nudità femminile, alla reincarnazione, al culto stesso dei morti, alla possessione e alla stregoneria. Tutto ciò esiste ancora, soprattutto nell'Africa sub-sahariana, nonostante il cattolicesimo, il cristianesimo e lo stesso Islam.
Nessun africano proveniente dalla tradizione animista si è mai convertito, né si convertirà mai completamente alle religioni imposte dagli europei.
Maris Davis, 5 maggio 2021