Le Ragazze di Benin CityLe Ragazze di Benin CityLe Ragazze di Benin City
Storie Vere Storie Vere

376 pagine - € 16,02
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Storie Vere e le Ragazze di Benin City

Helena, minorenne.
Denuncia i suoi sfruttatori e li fa arrestare

La Storia di "Helena" è descritta nel nostro libro Storie Vere e le Ragazze di Benin City.

Da Benin City a Treviso, ancora minorenne. E poi una sera di aprile del 2013 Helena viene fermata sul "posto di lavoro" lungo la statale 13 dai finanzieri. Non è fuggita, si è lasciata prendere. Denuncia i suoi sfruttatori, da cui nascerà un'inchiesta che portò in carcere 76 persone affiliate alla "mafia nigeriana". Le hanno dato il "permesso di soggiorno", ora Helena ha una nuova vita.

Helena, minorenne. Denuncia i suoi sfruttatori e li fa arrestare

Helena non è ancora maggiorenne, arriva come molte altre ragazze sulle strade del nord Italia da Benin City. Le avevano promesso un lavoro sicuro nel settore del commercio, è diventata carne da macello per una rete molto più grande di lei. Trentacinquemila euro da restituire e un giuramento woodoo come assicurazione.

L’hanno fermata una sera (aprile 2013) senza documenti i finanzieri, due alternative: essere espulsa o denunciare i trafficanti di schiave.

"La prima volta che ho parlato con i poliziotti ho avuto paura", ci dice Helena. Adesso vive in segreto all'interno di una comunità di accoglienza, le hanno promesso un permesso di soggiorno.

Helena ha denunciato i suoi sfruttatori

La sua denuncia ha permesso di smantellare una cellula molto ramificata della mafia nigeriana attiva in Italia. Almeno 76 le persone arrestate e denunciate, da Treviso, a Torino, fino a Crotone.

Una basista (nigeriana) in Italia riceveva dalla Nigeria le foto di ragazze nella sua casella di posta elettronica e poi esprimeva un giudizio: questa fatela partire, questa no. I complici in Nigeria cercavano i visti per le ragazze da inviare in Europa, in aereo, con un debito sulle spalle che poteva arrivare a 40 mila euro.

Appena arrivate le ragazze venivano contattate da nigeriani già residenti, ricevevano schede telefoniche intestate a soggetti inesistenti e finivano in strada in città diverse, con frequenti scambi di località e 200 euro al mese di affitto per una squallida piazzola (Joint).

Helena ha denunciato tutto nonostante l'articolo 18 (Legge Bossi-Fini). Helena non lo sa, non glielo hanno detto, ma per il permesso di soggiorno italiano ci potrebbero essere delle difficoltà legate alle condanne di chi ha fatto arrestare, e comunque potrebbero passare molti mesi.

Aggiornamento

All'inizio di marzo del 2014, a quasi un anno dal suo fermo, ad Helena è stato concesso il "permesso di soggiorno per protezione sociale" ai sensi dell'art. 18 della legge 30 luglio 2002, n. 189 (Testo Unico Immigrazione, o anche detta Bossi-Fini).

Ora anche Helena avrà modo di iniziare una vita del tutto nuova in Italia

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Edizione 2021

Sfruttamento e schiavitù sessuale, tratta di esseri umani. Storie realmente accadute, violenze efferate, e sullo sfondo la mafia nigeriana in Italia

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