Pena di morte per i traditori. Un vero e proprio manuale di istruzioni per gli affiliati. Si tratta della ‘Green Bible’, ovvero il codice della mafia nigeriana.
Dai soldi per mantenere le famiglie degli arrestati alle quattro ramificazioni, fino al codice di comportamento per i nuovi affiliati: le tante similitudini dei Maphite con le 'ndrine calabresi, scoperte nel manuale che apre la porta sul mondo della criminalità organizzata africana.
Un vero e proprio manuale di istruzioni per gli affiliati, nel quale, per esempio, il piano di riciclaggio di denaro nei Paesi di origine viene indicato come ‘Mario Monti’.
Si tratta della ‘Green Bible’, ovvero il codice della mafia nigeriana. È stata scoperta nell'agosto 2019 a Torino nel corso di una indagine sfociata in alcune decine di fermi.
Grazie alla ‘Bibbia Verde’, contenuta in un pacco inviato dalla Nigeria all’Italia e intercettato nel capoluogo piemontese, gli investigatori sono riusciti a ricostruire la struttura del clan Maphite (o Green Circuit association), le regole, le cariche e le investiture, i riti di iniziazione, le punizioni. “Ogni operazione criminale aveva un nome in codice. Il ‘Mario Monti’ era uno di questi”
E a leggere bene il manuale, che è stato depositato ai Tribunali della Libertà di Catania, Modena e Torino, si possono notare inquietanti e neanche tanto nascoste similitudini con la ‘ndrangheta.
A cominciare dal fatto che i Maphite in Italia sono divisi in 4 ramificazioni, esattamente tanti quanti sono i mandamenti delle ‘ndrine calabresi. E chiunque desideri farne parte deve essere di "razza africana" e raccomandato da un membro. E dovranno essere superati 120 giorni di prova, prima di ottenere l’affiliazione. Così come accade per i “contrasti onorati” delle ‘ndrine. Da quel momento, il fine ultimo del nuovo membro dei Maphite sarà fare soldi. Occupandosi di droga, prostituzione, rapine, armi. Il denaro è l’unica cosa che conta. I "soldi" è ciò intorno a cui ruota tutto.
Anche in caso di arresto. Quando verranno stanziati, entro 48 ore, 10mila dollari per il mantenimento della famiglia dell’arrestato. Con questo, proprio come accade per la “bacinella” della ‘ndrangheta, si vuole evitare la cosa peggiore di tutte: il pentimento. La collaborazione con la giustizia, la violazione dell’omertà porta come conseguenza diretta solo alla morte. È il primo insegnamento che viene trasmesso agli ‘showguy’, i giovani che entrano nella famiglia Maphite.
Tenere la bocca chiusa e non lamentarsi delle punizioni. Restando lontano dalle forze dell’ordine (chiunque sia, anche alla lontana, imparentato con un poliziotto non può entrare), ma anche sciogliendo qualsiasi rapporto con i cults africani o le mafie italiane. Perché di loro non c’è bisogno.
Sono le rigide regole della "Green Bible" della mafia nigeriana. Il testo spiega anche l'ordine gerarchico dell'organizzazione malavitosa: ci sono capitani, tenenti, sergenti e soldati semplici.
Il giuramento col fuoco per entrare nel clan
"Giuro di essere leale e fedele all'organizzazione dei Maphite. Se domani deciderò di svelare questi segreti, questo fuoco brucerà me e le cose che mi appartengono; ovunque mi trovi i Maphite mi faranno a pezzi sino alla morte"
I nuovi affiliati che entrano a far parte della mafia nigeriana sono sottoposti ad una sorta di rito tribale, prima vengono picchiati dagli altri membri e poi devono tenere tra le mani dei pezzi di carta infuocati, per dimostrare il loro valore.
Tipico e conosciuto soltanto dagli adepti il modo di comunicare, i rituali, e un prestabilito modo di ingresso all'interno dell’organizzazione, di affiliazione, rigidissime le regole di comportamento e puntualmente codificate che ripercorrono in parte quelle più conosciute delle organizzazioni di tipo mafioso italiane.
Così è strutturata la mafia nigeriana
L’indagine che poi ha portato al sequestro della "Green Bible" fu avviata nel 2017 e si è conclusa nel luglio del 2019 con un "elevato numero di arresti"
Un'indagine che si è avvalsa anche delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che hanno consentito di ricostruire ruoli, gradi, gerarchie e regole di funzionamento all'interno dell’organizzazione criminale, nonché i diversi reati che hanno permesso all'organizzazione stessa la propria sopravvivenza e il dominio in alcuni ambiti criminali, spaccio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, uso indebito di strumenti di pagamento elettronico, oltre a frequentissimi e violenti scontri con organizzazioni criminali nigeriane contrapposte.
Tutte attività criminali che hanno trovato riscontri oggettivi, codificate nella "Green Bible". Il gruppo dei Maphite aveva diviso l'Italia in quattro grandi zone di influenza e affidato ogni zona ad una "famiglia mafiosa". Così come descritto nel codice della "Bibbia Verde" si evidenzia anche nella realtà dei fatti una struttura di tipo piramidale ai cui vertici ci sono i "capi" e giù fino ai "soldati".
In particolare: coloro che decidono le nuove iniziazioni, coloro che gestiscono la prostituzione, altri che mantengono i rapporti di forza con le altre organizzazioni criminali, fino a coloro che organizzano lo spaccio di droga nelle piazze cittadine.
Nella "Green Bible" vengono citate anche le "mamam", anelli terminali della catena della prostituzione. Sono le "mamam" che individuano e "acquistano" le ragazze in Nigeria, poi affidano il "viaggio" ad un anello superiore della catena. Una volta che la ragazza arriva in Italia la "mamam" ha il compito di gestirla anche avvalendosi dei "soldati", ovvero i boys. Su ordine della "mamam" i boys possono controllare, picchiare e perfino violentare le ragazze che non si adeguano. Ed è quello che è accaduto anche a me nell'aprile 1995. Fui violentata, a Torino, per tre giorni di seguito dagli scagnozzi della mia "mamam".
A questo punto la "mamam" mette in conto il rischio (la possibilità di perdere il pacco durante il viaggio), ovvero la possibilità che la ragazza venga fermata, che venga bloccata nei campi della Libia, che passi di mano ad altre organizzazioni criminali (in Libia esiste per esempio il mercato delle schiave del sesso), o che magari muoia o venga uccisa.
Secondo l'OIM (Organizzazione Internazionale delle Migrazioni), nell'ultimo anno e mezzo solo una ragazza su dieci partita dalla Nigeria è già arrivata in Italia. Ciò significa che le altre nove sono ancora in "viaggio", bloccate in Libia in qualche "lager" o trattenute nelle connection-house come prostitute, o magari morte durante l'attraversata del deserto o del Mediterraneo, o peggio ancora "uccise". Il perché si può individuare in tre fattori principali, l'aggravarsi della guerra civile in Libia, la chiusura dei porti e un tasso più elevato di mortalità nell'attraversare il Mediterraneo per mancato pattugliamento di navi ONG.
Maris Davis, 5 settembre 2019