La Storia di Princess, 18 anni
La tratta di esseri umani attraverso la rotta del Mediterraneo
centrale
Le storie raccolte dall'OIM (Agenzia ONU per le migrazioni)
Princesss barca in Sicilia nel gennaio 2016 e l’OIM la incontra lo stesso giorno al porto. Viaggia in compagnia di un uomo molto più grande di lei che dichiara di essere suo marito. Nel corso dell’informativa effettuata dal personale dell’OIM sui rischi connessi alla tratta a scopo di sfruttamento sessuale Princess appare confusa e rivolge di continuo lo sguardo alla persona che l’accompagna e che la osserva da lontano.
Conclusa l’informativa, Princesss con una scusa riesce a parlare in privato con il personale dell’OIM a cui confida di aver mentito alla polizia, di non essere sposata e di essere sbarcata con un uomo che frequenta da alcuni mesi e che ha conosciuto a Benin City. Lui ha una famiglia, spiega, ma dice di volerle bene e di volerla sposare. Ha anticipato le spese del suo viaggio e le ha promesso una vita serena in Europa.
Princesss però non ha mai creduto fino in fondo alle parole dell’uomo. Quest’ultimo ha pagato la traversata anche ad un’altra ragazza, sedicenne, che le ha presentato come un’amica di famiglia, ma Princesss ha dei dubbi: in Libia ha sentito l’uomo parlare al telefono con un connazionale residente in Francia cui diceva di avere con sé le due ragazze. Parlava di soldi, tanti soldi, e lo rassicurava sul fatto che presto avrebbero iniziato a lavorare per lui. Quelle parole non corrispondevano a quanto le era stato promesso ma ormai era troppo tardi per tornare indietro, e Princessss, sola in un paese straniero, ha dovuto fidarsi del suo compagno e seguirlo in Italia.
Solo una volta sbarcata, dopo aver parlato con il personale dell’OIM, Princesss ha la conferma di essere stata ingannata. Quell’uomo che l’ha costretta a dichiararsi sua moglie alle autorità al porto non le garantirà una vita felice. Soprattutto Princesss capisce di avere un’alternativa e così chiede aiuto, terrorizzata all’idea di riavvicinarsi al sedicente marito e dell’influenza che costui ha su di lei.
Princesss confida all’OIM di non aver ancora compiuto 18 anni. Il suo accompagnatore le ha infatti consigliato di dichiararsi maggiorenne per non essere “arrestata e rimpatriata in Nigeria”. Con l’aiuto delle Forze dell’Ordine la ragazza viene separata dal sedicente compagno e condotta, quella stessa sera, presso una struttura per minori dove avrebbe atteso l’inserimento in struttura protetta per vittime di tratta.
Dopo un anno Princesss parla italiano, collabora come interprete e lavora la ceramica. Vive ancora presso la comunità che l’ha accolta appena sbarcata. Ha saputo da poco dell’arresto del suo trafficante e oggi si sente finalmente libera.
Noi siamo le schiave di oggi